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Grazie all’EAST (Experimental Advanced Superconducting Tokamak), l’energia infinita della fusione nucleare ha compiuto un ulteriore passo in avanti verso la realtà. In questi quattro mesi di sperimentazione, il “sole artificiale cinese” ha raggiunto una temperatura del plasma centrale di oltre 100 milioni di gradi Celsius, sei volte più grande di quella all’interno del Sole.

Come per altri esperimenti sulla fusione, l’obiettivo è quello di produrre un reattore per la fusione nucleare. EAST è un reattore tokamak dal diametro di 8 m, un’altezza di 11 m e un peso di 360 tonnellate; all’interno è composto da potenti magneti a forma di ciambella e da un anello contenente gli isotopi pesanti dell’idrogeno.

Questi vengono riscaldati con metodi diversi per creare un plasma successivamente compresso utilizzando appunto i magneti. Il plasma diventa così caldo e compresso che le condizioni all’interno del reattore imitano quelle che si trovano all’interno del Sole e fanno fondere gli isotopi dell’idrogeno. Ciò rilascia un’enorme quantità di energia. Gli scienziati sperano di costruire un reattore in cui la reazione di fusione diventi autosufficiente e quindi in grado di generare più energia di quanta ne consumi.

EAST ha prodotto temperature e densità per circa 10 secondi combinando quattro diversi metodi di riscaldamento per creare il plasma e innescare il processo di fusione. I metodi erano:

  • Riscaldamento a bassa intensità delle onde ibride.
  • Riscaldamento dell’onda a ciclotrone degli elettroni.
  • Riscaldamento a risonanza degli ioni del ciclotrone.
  • Riscaldamento di ioni a fascio neutro.

Il vero scopo era studiare come mantenere la stabilità e l’equilibrio del plasma, confinarlo e trasportarlo, e come la parete del plasma interagisce con le particelle energetiche. EAST è anche utilizzato per dimostrare come utilizzare il riscaldamento a radiofrequenza, mantenere un elevato grado di confinamento del plasma con un alto grado di purezza, mantenere la stabilità magnetoidrodinamica e come esaurire il calore utilizzando un deviatore di tungsteno raffreddato ad acqua.